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PAPA FRANCESCO

UDIENZA GENERALE

Piazza San Pietro
Mercoledì, 12 novembre 2014

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La Chiesa - 13. Vescovi - Presbiteri - Diaconi

Cari fratelli e sorelle, buongiorno.

Abbiamo evidenziato nella catechesi precedente come il Signore continui a pascere il suo gregge attraverso il ministero dei vescovi, coadiuvati dai presbiteri e dai diaconi. È in loro che Gesù si rende presente, nella potenza del suo Spirito, e continua a servire la Chiesa, alimentando in essa la fede, la speranza e la testimonianza della carità. Questi ministeri costituiscono, quindi, un dono grande del Signore per ogni comunità cristiana e per la Chiesa intera, in quanto sono un segno vivo della sua presenza e del suo amore.

Oggi vogliamo domandarci: che cosa viene richiesto a questi ministri della Chiesa, perché possano vivere in modo autentico e fecondo il proprio servizio?

1. Nelle “Lettere pastorali” inviate ai suoi discepoli Timoteo e Tito, l’apostolo Paolo si sofferma con cura sulla figura dei vescovi, dei presbiteri e dei diaconi, - anche sulla figura dei fedeli, degli anziani, dei giovani. Si sofferma in una descrizione di ogni cristiano nella Chiesa, delineando per i vescovi, i presbiteri e i diaconi, ciò a cui essi sono chiamati e le prerogative che devono essere riconosciute in coloro che vengono scelti e investiti di questi ministeri. Ora, è emblematico come, insieme alle doti inerenti la fede e la vita spirituale - che non possono essere trascurate, perché sono la vita stessa -, vengano elencate alcune qualità squisitamente umane: l’accoglienza, la sobrietà, la pazienza, la mitezza, l’affidabilità, la bontà di cuore. E’ questo l’alfabeto, la grammatica di base di ogni ministero! Deve essere la grammatica di base di ogni vescovo, di ogni prete, di ogni diacono. Sì, perché senza questa predisposizione bella e genuina a incontrare, a conoscere, a dialogare, ad apprezzare e a relazionarsi con i fratelli in modo rispettoso e sincero, non è possibile offrire un servizio e una testimonianza davvero gioiosi e credibili.

2. C’è poi un atteggiamento di fondo che Paolo raccomanda ai suoi discepoli e, di conseguenza, a tutti coloro che vengono investiti del ministero pastorale, siano essi vescovi, sacerdoti, presbiteri o diaconi. L’apostolo esorta a ravvivare continuamente il dono che è stato ricevuto (cfr 1 Tm 4,14; 2 Tm 1,6). Questo significa che deve essere sempre viva la consapevolezza che non si è vescovi, sacerdoti o diaconi perché si è più intelligenti, più bravi e migliori degli altri, ma solo in forza di un dono, un dono d’amore elargito da Dio, nella potenza del suo Spirito, per il bene del suo popolo. Questa consapevolezza è davvero importante e costituisce una grazia da chiedere ogni giorno! Infatti, un Pastore che è cosciente che il proprio ministero scaturisce unicamente dalla misericordia e dal cuore di Dio non potrà mai assumere un atteggiamento autoritario, come se tutti fossero ai suoi piedi e la comunità fosse la sua proprietà, il suo regno personale.

3. La consapevolezza che tutto è dono, tutto è grazia, aiuta un Pastore anche a non cadere nella tentazione di porsi al centro dell’attenzione e di confidare soltanto in se stesso. Sono le tentazioni della vanità, dell’orgoglio, della sufficienza, della superbia. Guai se un vescovo, un sacerdote o un diacono pensassero di sapere tutto, di avere sempre la risposta giusta per ogni cosa e di non avere bisogno di nessuno. Al contrario, la coscienza di essere lui per primo oggetto della misericordia e della compassione di Dio deve portare un ministro della Chiesa ad essere sempre umile e comprensivo nei confronti degli altri. Pur nella consapevolezza di essere chiamato a custodire con coraggio il deposito della fede (cfr 1 Tm 6,20), egli si metterà in ascolto della gente. E’ cosciente, infatti, di avere sempre qualcosa da imparare, anche da coloro che possono essere ancora lontani dalla fede e dalla Chiesa. Con i propri confratelli, poi, tutto questo deve portare ad assumere un atteggiamento nuovo, improntato alla condivisione, alla corresponsabilità e alla comunione.

Cari amici, dobbiamo essere sempre grati al Signore, perché nella persona e nel ministero dei vescovi, dei sacerdoti e dei diaconi continua a guidare e a formare la sua Chiesa, facendola crescere lungo la via della santità. Allo stesso tempo, dobbiamo continuare a pregare, perché i Pastori delle nostre comunità possano essere immagine viva della comunione e dell’amore di Dio.


Saluti:

Je suis heureux de vous accueillir, chers pèlerins de langue française, en particulier les groupes venant de France. Je vous invite à prier le Seigneur pour que les Pasteurs de vos communautés soient toujours des images vivantes de la communion et de l’amour de Dieu pour tous. Que Dieu vous bénisse !

[Sono lieto di accogliere i cari pellegrini di lingua francese, in particolare i gruppi provenienti dalla Francia. Vi invito a pregare il Signore perché i Pastori delle vostre comunità siano sempre immagini viventi della comunione e dell’amore di Dio per tutti. Che Dio vi benedica!]

I greet the English-speaking pilgrims and visitors taking part in today’s Audience, including the various groups from England, Denmark, South Africa, Indonesia, Japan and the United States of America. I thanks the choirs for their praise of God in song. Upon all of you, and your families, I invoke joy and peace in the Lord Jesus. God bless you all!

[Saluto i pellegrini di lingua inglese presenti all’odierna Udienza, specialmente i vari gruppi provenienti da Inghilterra, Danimarca, Sud Africa, Indonesia, Giappone e Stati Uniti d’America. Ringrazio i cori per la loro lode a Dio attraverso il canto. Su tutti voi e sulle vostre famiglie, invoco la gioia e la pace nel Signore Gesù. Dio vi benedica!]

Sehr herzlich heiße ich die Pilger und Besucher aus den Ländern deutscher Sprache willkommen. Insbesondere grüße ich die Gruppe von Patienten des Palliativzentrums Landshut. Danken wir dem Herrn, dass er durch den Dienst der Bischöfe, Priester und Diakonen seine Kirche leitet und formt, und beten wir für die Hirten, dass sie immer mehr lebendiges Abbild der Gemeinschaft und der Liebe Gottes sind. Der Herr behüte euch allezeit.

[Un caloroso benvenuto ai pellegrini e visitatori provenienti dai Paesi di lingua tedesca. Saluto in particolare il gruppo di pazienti del Centro di cure palliative di Landshut. Grati al Signore che nel ministero dei vescovi, dei sacerdoti e dei diaconi continua a guidare e formare la sua Chiesa, vogliamo pregare per i pastori affinché possano essere sempre di più immagine viva della comunione e dell’amore di Dio. Il Signore vi protegga sempre.]

Saludo a los peregrinos de lengua española, en particular a los grupos provenientes de España, Argentina, México, y quiero de alguna manera expresar a los mexicanos, a los aquí presentes y a los que están en la patria, mi cercanía en este momento doloroso de legal desaparición, pero, sabemos, de asesinato de los estudiantes. Se hace visible la realidad dramática de toda la criminalidad que está detrás del comercio y tráfico de drogas. Estoy cerca de ustedes y de sus familias. De Guatemala, y Chile. Me agradó ver el grupo de militares chilenos en estos días en que estamos conmemorando el trigésimo aniversario de la firma del tratado de paz entre Argentina y Chile. Los límites ya están claros, no nos vamos a seguir peleando por los límites; nos vamos a pelear por otras cosas, pero no por eso. Pero hay una cosa que quiero hacer notar: esto se dio gracias a la voluntad de diálogo. Solamente cuando hay voluntad de diálogo se solucionan las cosas. Y quiero también elevar un pensamiento de gratitud a san Juan Pablo II y al Cardenal Samorè, que tanto hicieron para lograr esta paz entre nosotros. Ojalá todos los pueblos que tengan conflictos de cualquier índole, sean limítrofes o culturales, se animen a solucionarlos en la mesa del diálogo y no en la crueldad de una guerra. Saludo a todos los ciudadanos de los demás países latinoamericanos presentes. Invito a todos a dar gracias a Dios por las personas que ejercen un ministerio de guía en la Iglesia y la hacen crecer en santidad. Recemos para que sean siempre imagen viva del amor de Dios. Muchas gracias.

Amados peregrinos de língua portugesa, saúdo-vos cordialmente a todos, com menção especial para os paroquianos de Nossa Senhora de Guadalupe de Curitiba e os diocesanos de Tubarão, os fiéis da Capela Militar Nossa Senhora da Conceição e da paróquia Jardim da Imaculada. Não nos cansemos de vigiar sobre os nossos pensamentos e atitudes para saborear desde já o calor e o esplendor do rosto de Deus, que havemos de contemplar em toda a sua beleza na vida eterna. Desça, generosa, a sua Bênção sobre vós e vossas famílias!

[Carissimi pellegrini di lingua portoghese, vi saluto cordialmente tutti, con una menzione speciale per i parrocchiani di “Nossa Senhora de Guadalupe” di Curitiba e i diocesani di Tubarão, i fedeli della Cappella Militare “Nossa Senhora da Conceição” e della parrocchia “Jardim da Imaculada”. Non stanchiamoci di vigilare sui nostri pensieri e atteggiamenti per pregustare fin d’ora il calore e lo splendore del volto di Dio, che contempleremo in tutta la sua bellezza nella vita eterna. Scenda, generosa, la sua Benedizione su di voi e sulle vostre famiglie!]

أتوجه بتحية مودة إلى جميع المؤمنين الناطقين باللغة العربية، وخاصة القادمين من المملكة الأردنية الهاشمية. يؤكد القديس بولس أن الله قد "اختار جهال العالم ليخزي الحكماء واختار الله ضعفاء العالم ليخزي الأقوياء واختار الله أدنياء العالم... لكي لا يفتخر كل ذي جسد أمامه" (1 كو 1، 28-29). فدعوة الله هي دائما ثمرة لسخائه ولعطفه ولرحمته. فصلوا من أجل رعاتكم ليعيشوا تكريسهم بروح التواضع والخدمة والإصغاء، كي يصيروا صورة حية لشركة ولمحبة الله. ليبارككم الرب ويحرسكم دائما من الشرير!

[Rivolgo un caro benvenuto ai pellegrini di lingua araba, in particolare a quelli provenienti dalla Giordania. Afferma San Paolo che Dio «ha scelto ciò che nel mondo è ignobile e disprezzato e ciò che è nulla […] perché nessun uomo possa gloriarsi davanti a Dio» (1Cor 1,28-29). La chiamata di Dio è sempre frutto della Sua generosità, compassione e misericordia. Pregate dunque per i vostri Pastori affinché vivano il loro ministero con uno spirito di umiltà, di servizio e di ascolto e diventino immagine viva della comunione e dell’amore di Dio. Il Signore vi benedica e vi protegga sempre dal maligno!]

Pozdrawiam pielgrzymów polskich. Dzisiaj przypada 25-lecie kanonizacji Brata Alberta – Adama Chmielowskiego. Święty Jan Paweł II nazwał go „Patronem trudnego przełomu w waszej Ojczyźnie i w Europie”. Uczmy się od niego wdrażania w życie miłości miłosiernej wobec najbardziej potrzebujących, niesienia pomocy tym, którzy noszą w sobie Obraz Chrystusa – „Ecce Homo”. Niech dewiza życiowa Brata Alberta „Być dobrym jak chleb” owocuje w naszym codziennym życiu, w naszej trosce o braci. Z serca wam błogosławię.

[Saluto cordialmente i pellegrini polacchi. Oggi ricorre il 25° della canonizzazione di Fra’ Alberto – Adam Chmielowski. Papa San Giovanni Paolo II l’aveva chiamato “Patrono della difficile svolta nella vostra patria e nell’Europa”. Impariamo da lui a mettere in pratica l’amore misericordioso verso i più bisognosi, che sono l’immagine viva di Cristo – “Ecce Homo”. Il motto di Fra’ Alberto “Essere buono come il pane” fruttifichi in noi con la sollecitudine per i fratelli. Vi benedico di cuore.]

Radosno pozdravljam sve hrvatske hodočasnike, a na poseban način Delegaciju Ministarstava obrane, unutarnjih poslova i branitelja, te djelatnike Vojnog ordinarijata zajedno s njihovim biskupom, monsinjorom Jurjem Jezerincom. Dragi prijatelji, neka Božji blagoslov bude uvijek nad vama i nad vašim obiteljima te vas čuva u radosti i miru. Hvaljen Isus i Marija!

[Saluto con gioia i pellegrini croati, in modo speciale la Delegazione delle Autorità del Ministero della Difesa, degli Affari interni, dei Veterani e gli ufficiali dell’Ordinariato Militare accompagnati dal loro Vescovo, Mons. Juraj Jezerinac.
Cari amici, la Benedizione di Dio sia sempre su di voi e sulle vostre famiglie e vi custodisca nella gioia e nella pace. Siano lodati Gesù e Maria!]


APPELLO

Con grande trepidazione seguo le drammatiche vicende dei cristiani che in varie parti del mondo sono perseguitati e uccisi a motivo del loro credo religioso. Sento il bisogno di esprimere la mia profonda vicinanza spirituale alle comunità cristiane duramente colpite da un’assurda violenza che non accenna a fermarsi, mentre incoraggio i Pastori e i fedeli tutti ad essere forti e saldi nella speranza. Ancora una volta, rivolgo un accorato appello a quanti hanno responsabilità politiche a livello locale e internazionale, come pure a tutte le persone di buona volontà, affinché si intraprenda una vasta mobilitazione di coscienze in favore dei cristiani perseguitati. Essi hanno il diritto di ritrovare nei propri Paesi sicurezza e serenità, professando liberamente la nostra fede. E adesso per tutti i cristiani, perseguitati perché cristiani, vi invito a pregare il Padre Nostro.

* * *

I fedeli che partecipano a questa udienza sono in due posti: uno qui in piazza - tutti noi ci vediamo -, l’altro posto è l’aula Paolo VI dove ci sono tanti ammalati, più di duecento. E siccome il tempo era così incerto, non si sapeva se c’era il pericolo della pioggia o no, pertanto sono là al coperto e seguono l’udienza nel maxischermo. Invito a salutare con un applauso i nostri fratelli dell'Aula Paolo VI.

Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana. Saluto le Suore Scalabriniane, grazie tante per quello che voi fate per i migranti, per i rifugiati, grazie; le Carmelitane Missionarie di Santa Teresa di Gesù Bambino, che celebrano il Capitolo Generale, e gli studenti e docenti della Facoltà di Scienze della Comunicazione Sociale dell’Università Pontificia Salesiana, in occasione del 25° anniversario di fondazione. Saluto le famiglie con vittime di incidenti stradali e di persone scomparse, ed assicuro la mia preghiera per quanti hanno perso la vita sulle strade e per quanti non sono mai tornati agli affetti dei loro familiari. Saluto i fedeli di Canicattì, ce ne sono tanti; la Federazione Cure Palliative; la Cooperativa RE.LEG.ART di Perugia; e i bambini del Policlinico San Matteo di Pavia e quelli dell’Associazione Nazionale Displasia Ectodermica. La visita alle Tombe degli Apostoli favorisca in tutti il senso di appartenenza alla famiglia ecclesiale.

Rivolgo un pensiero ai giovani, agli ammalati e agli sposi novelli. Ieri abbiamo celebrato la memoria di San Martino, Vescovo di Tours. La sua grande carità sia di esempio a voi, cari giovani, per vivere la vita come una donazione; il suo abbandono in Cristo Salvatore sostenga voi, cari ammalati, nei momenti bui della sofferenza; e il suo vigore spirituale ricordi a voi, cari sposi novelli, la centralità della fede nel cammino coniugale.

 


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