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PAPA FRANCESCO

UDIENZA GENERALE

Aula Paolo VI
Mercoledì, 19 agosto 2015

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La Famiglia - 23. Lavoro

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

Dopo aver riflettuto sul valore della festa nella vita della famiglia, oggi ci soffermiamo sull’elemento complementare, che è quello del lavoro. Entrambi fanno parte del disegno creatore di Dio, la festa e il lavoro.

Il lavoro, si dice comunemente, è necessario per mantenere la famiglia, per crescere i figli, per assicurare ai propri cari una vita dignitosa. Di una persona seria, onesta, la cosa più bella che si possa dire è: “E’ un lavoratore”, è proprio uno che lavora, è uno che nella comunità non vive alle spalle degli altri. Ci sono tanti argentini oggi, ho visto, e dirò come diciamo noi: «No vive de arriba».

E in effetti il lavoro, nelle sue mille forme, a partire da quello casalingo, ha cura anche del bene comune. E dove si impara questo stile di vita laborioso? Prima di tutto si impara in famiglia. La famiglia educa al lavoro con l’esempio dei genitori: il papà e la mamma che lavorano per il bene della famiglia e della società.

Nel Vangelo, la Santa Famiglia di Nazaret appare come una famiglia di lavoratori, e Gesù stesso viene chiamato «figlio del falegname» (Mt 13,55) o addirittura «il falegname» (Mc 6,3). E san Paolo non mancherà di ammonire i cristiani: «Chi non vuole lavorare, neppure mangi» (2 Ts 3,10).  - È una bella ricetta per dimagrire questa, non lavori, non mangi! - L’Apostolo si riferisce esplicitamente al falso spiritualismo di alcuni che, di fatto, vivono alle spalle dei loro fratelli e sorelle «senza far nulla» (2 Ts 3,11). L’impegno del lavoro e la vita dello spirito, nella concezione cristiana, non sono affatto in contrasto tra loro. E’ importante capire bene questo! Preghiera e lavoro possono e devono stare insieme in armonia, come insegna san Benedetto. La mancanza di lavoro danneggia anche lo spirito, come la mancanza di preghiera danneggia anche l’attività pratica.

Lavorare – ripeto, in mille forme – è proprio della persona umana. Esprime la sua dignità di essere creata a immagine di Dio. Perciò si dice che il lavoro è sacro. E perciò la gestione dell’occupazione è una grande responsabilità umana e sociale, che non può essere lasciata nelle mani di pochi o scaricata su un “mercato” divinizzato. Causare una perdita di posti di lavoro significa causare un grave danno sociale. Io mi rattristo quando vedo che c’è gente senza lavoro, che non trova lavoro e non ha la dignità di portare il pane a casa. E mi rallegro tanto quando vedo che i governanti fanno tanti sforzi per trovare posti di lavoro e per cercare che tutti abbiano un lavoro. Il lavoro è sacro, il lavoro dà dignità a una famiglia. Dobbiamo pregare perché non manchi il lavoro in una famiglia.

Dunque, anche il lavoro, come la festa, fa parte del disegno di Dio Creatore. Nel libro della Genesi, il tema della terra come casa-giardino, affidata alla cura e al lavoro dell’uomo (2,8.15), è anticipato con un passaggio molto toccante: «Quando il Signore Dio fece la terra e il cielo, nessun cespuglio campestre era sulla terra, nessuna erba campestre era spuntata – perché il Signore Dio non aveva fatto piovere sulla terra e nessuno lavorava il suolo e faceva salire dalla terra l’acqua dei canali per irrigare» (2,4b-6a). Non è romanticismo, è rivelazione di Dio; e noi abbiamo la responsabilità di comprenderla e assimilarla fino in fondo. L’Enciclica Laudato si’, che propone un’ecologia integrale, contiene anche questo messaggio: la bellezza della terra e la dignità del lavoro sono fatte per essere congiunte. Vanno insieme tutte e due: la terra diviene bella quando è lavorata dall’uomo. Quando il lavoro si distacca dall’alleanza di Dio con l’uomo e la donna, quando si separa dalle loro qualità spirituali, quando è in ostaggio della logica del solo profitto e disprezza gli affetti della vita, l’avvilimento dell’anima contamina tutto: anche l’aria, l’acqua, l’erba, il cibo... La vita civile si corrompe e l’habitat si guasta. E le conseguenze colpiscono soprattutto i più poveri e le famiglie più povere. La moderna organizzazione del lavoro mostra talvolta una pericolosa tendenza a considerare la famiglia un ingombro, un peso, una passività, per la produttività del lavoro. Ma domandiamoci: quale produttività? E per chi? La cosiddetta “città intelligente” è indubbiamente ricca di servizi e di organizzazione; però, ad esempio, è spesso ostile ai bambini e agli anziani.

A volte chi progetta è interessato alla gestione di forza-lavoro individuale, da assemblare e utilizzare o scartare secondo la convenienza economica. La famiglia è un grande banco di prova. Quando l’organizzazione del lavoro la tiene in ostaggio, o addirittura ne ostacola il cammino, allora siamo sicuri che la società umana ha incominciato a lavorare contro se stessa!

Le famiglie cristiane ricevono da questa congiuntura una grande sfida e una grande missione. Esse portano in campo i fondamentali della creazione di Dio: l’identità e il legame dell’uomo e della donna, la generazione dei figli, il lavoro che rende domestica la terra e abitabile il mondo. La perdita di questi fondamentali è una faccenda molto seria, e nella casa comune ci sono già fin troppe crepe! Il compito non è facile. A volte può sembrare alle associazioni delle famiglie di essere come Davide di fronte a Golia… ma sappiamo come è andata a finire quella sfida! Ci vogliono fede e scaltrezza. Dio ci conceda di accogliere con gioia e speranza la sua chiamata, in questo momento difficile della nostra storia, la chiamata al lavoro per dare dignità a se stessi e alla propria famiglia.

 


Saluti:

Je salue cordialement les pèlerins de langue française, particulièrement les prêtres en cette fête de saint Jean Eudes.
En ce moment difficile de notre histoire, demandons au Seigneur de soutenir les familles dans leur vie quotidienne et dans leur mission. Qu’il leur accorde de garder fidèlement et courageusement les valeurs fondamentales de la création.

[Saluto cordialmente i pellegrini di lingua francese, particolarmente i sacerdoti in questa memoria liturgica di San Giovanni Eudes.
In questo momento difficile della nostra storia, chiediamo al Signore di sostenere le famiglie nella loro vita quotidiana e nella loro missione. Che Egli conceda loro di custodire fedelmente e coraggiosamente i valori fondamentali della creazione.
]

I offer an affectionate greeting to all the English-speaking pilgrims and visitors present at today’s Audience, including those from Japan.  May Jesus Christ strengthen you and your families in faith, so that you may be a sign to the world of his love and mercy.  May God bless you all!

[Saluto cordialmente i pellegrini di lingua inglese presenti a questa Udienza, specialmente quelli provenienti dal Giappone. Gesù Cristo rafforzi nella fede voi e le vostre famiglie, perché possiate essere nel mondo segni del suo amore e della sua misericordia.  Dio vi benedica tutti!]

Ein herzliches Willkommen sage ich allen Pilgern und Besuchern aus den Ländern deutscher Sprache. Durch die Arbeit nehmen wir teil am Schöpfungsplan Gottes, für die Welt zu sorgen. Der Heilige Geist helfe uns, diese Berufung mit Freude und Hoffnung anzunehmen und zu leben. Der Herr segne euch und eure Familien.

[Un cordiale benvenuto rivolgo ai pellegrini e ai visitatori provenienti dai Paesi di lingua tedesca. Con il lavoro partecipiamo al disegno creatore di Dio di avere cura del mondo. Lo Spirito Santo ci aiuti ad accogliere e vivere questa vocazione con gioia e speranza. Il Signore benedica voi e le vostre famiglie.]

Saludo a los peregrinos de lengua española, en particular a los grupos provenientes de España y Latinoamérica. Pidamos a la Virgen María que interceda por todas las familias, y especialmente por las que sufren a causa del desempleo y la crisis, para que se les ayude a cumplir su importante misión en la Iglesia y en el mundo. Muchas gracias y que Dios los bendiga.

[Saluto i pellegrini di lingua spagnola, in particolare i gruppi provenienti da Spagna e America latina. Chiediamo alla Vergine Maria che interceda per tutte le famiglie, e specialmente per quelle che soffrono a causa della disoccupazione e della crisi, perché le aiuti a compiere la loro importante missione nella Chiesa e nel mondo. Molte grazie e che Dio vi benedica.]

Dirijo uma saudação cordial a todos os peregrinos de língua portuguesa, particularmente os fiéis de Portugal e do Brasil. Faço votos de que esta peregrinação possa reforçar em vós a fé em Jesus Cristo, que chama todas as famílias a colaborarem na construção de um mundo mais justo e belo. Que Deus abençoe a cada um de vós!

[Rivolgo un cordiale saluto a tutti i pellegrini di lingua portoghese, in particolare ai fedeli del Portogallo e del Brasile. Vi auguro che questo pellegrinaggio rinforzi in voi la fede, la fede in Gesù Cristo che chiama ogni famiglia a collaborare alla costruzione di un mondo più giusto e bello. Iddio benedica ciascuno di voi!]

أُرحّبُ بالحجّاجِ الناطقينَ باللغةِ العربية، وخاصةً بالقادمينَ من الشرق  الأوسط. أيّها الإخوةُ والأخواتُ الأعزّاء، إنَّ العمل البشريّ هو جزء من الخلق ويتابع عمل الله المُبدع. لنلتزم من أجل تعزيز فُرص العمل مُشدّدين على القناعة بأنه فقط ومن خلال العمل الحُرِّ والمبدع والمُتشارَك والتضامُنيّ يمكن للإنسان أن يُعبِّر عن كرامةِ حياته وينمّيها. ليبارككم الربّ.

[Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua araba, in particolare a quelli provenienti dal Medio Oriente! Cari fratelli e sorelle, il lavoro umano è parte della creazione e continua l’opera creatrice di Dio. Impegniamoci ad accrescere le opportunità di lavoro, affermando la convinzione che solo nel lavoro libero, creativo, partecipativo e solidale, l’essere umano esprime e accresce la dignità della propria vita. Il Signore vi benedica.]

Serdeczne pozdrowienie kieruję do polskich pielgrzymów. Kochani, wakacje są okazją nie tylko do wypoczynku i do odnowy sił fizycznych i duchowych w perspektywie zajęć i zadań, jakie nas czekają, ale także do refleksji nad znaczeniem pacy w naszym życiu osobistym, rodzinnym i społecznym. Pamiętajcie: praca może być drogą świętości, jeśli jest wykonywana jako kontynuacja stwórczego dzieła Boga i jeśli jest wyrazem miłości dla innych, przede wszystkim dla członków naszej rodziny. Niech zawsze wam towarzyszy Boże błogosławieństwo. Niech będzie pochwalony Jezus Chrystus!

[Rivolgo un cordiale saluto ai pellegrini polacchi. Carissimi, le vacanze sono un’occasione per il riposo, per il ristoro delle forze fisiche e spirituali in vista degli impegni e dei compiti che ci aspettano, ma anche per riflettere sul significato del lavoro nella nostra vita personale, familiare e sociale. Ricordatevi: il lavoro può essere via di santità, se è svolto come continuazione dell’opera creatrice di Dio ed è un’espressione dell’amore per gli altri, soprattutto per i nostri familiari. Vi accompagni sempre la benedizione di Dio. Sia lodato Gesù Cristo!]


Domani la comunità di Taizé compie 75 anni. Desidero rivolgere il mio saluto, accompagnato dalla preghiera, ai fratelli monaci nel ricordo dell’amato fondatore frère Roger Schutz, di cui proprio tre giorni fa abbiamo ricordato il 10.mo anniversario della morte. Buon cammino alla comunità di Taizé!

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Cari pellegrini di lingua italiana: benvenuti!

Saluto le Suore di Sant’Anna, le Associazioni e i gruppi parrocchiali. La visita alle tombe degli Apostoli accresca in tutti il senso di appartenenza alla nostra famiglia che è la Chiesa.

Rivolgo un pensiero speciale ai giovani, agli ammalati e agli sposi novelli. Oggi celebriamo la memoria liturgica di San Giovanni Eudes. La sua devozione ai Sacri Cuori di Gesù e di Maria insegni a voi, cari giovani, la necessità della loro intercessione nel cammino spirituale; incoraggi voi, cari ammalati, ad affrontare con fede i momenti di sofferenza e stimoli voi, cari sposi novelli, a educare con amore i figli che il Signore vorrà donarvi.

 


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