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CANONIZZAZIONE DI FRATEL MUTIEN-MARIE WIAUX

OMELIA DI GIOVANNI PAOLO II

Domenica, 10 dicembre 1989

 

1. “Convertitevi perché il Regno dei cieli è vicino!” (Mt 3, 2).

In questo tempo di Avvento la Chiesa ci rivolge di nuovo l’invito di Giovanni Battista. Essa lo rivolge ad ognuno di noi! Giovanni, il precursore, si è appartato nel deserto, nell’austerità. Egli non ha altro compito che quello di preparare la via del Signore. La sua voce è ascoltata e giungono le folle. All’invito di Giovanni esse si sottopongono al battesimo riconoscendo i propri peccati. Il loro cammino è quello della conversione.

Con Giovanni, queste folle preparano la via del Signore. Infatti il Regno dei cieli è ormai vicino! Giovanni annunzia: “Colui che viene dopo di me è più potente di me” (cf. Mt 3, 11). L’ultimo e il più grande dei profeti annunzia il Messia, il virgulto germogliato dalle radici di Jesse, che il profeta Isaia attendeva.

2. Quando oggi ascoltiamo i profeti, quando in questo giorno ascoltiamo Giovanni Battista, che ci conduce sulla via del Messia, noi non percepiamo soltanto l’eco di una parola antica. È la Chiesa di Cristo che ad ogni generazione, a questa generazione della fine del secondo millennio, ritorna a dire che il Regno dei cieli è ormai vicino nel Messia annunziato dai profeti.

Viene in mezzo a noi colui sul quale si posa “lo Spirito del Signore, spirito di sapienza e di intelligenza, spirito di consiglio e di fortezza, spirito di conoscenza e di timore del Signore . . .” (Is 11, 2).

Se ci è richiesta la conversione, è per accogliere colui che viene, per ricevere i doni della giustizia e della pace, per diventare artefici di pace, poiché, come dice il profeta Isaia: “Egli giudicherà con giustizia i poveri e prenderà decisioni eque per gli oppressi del paese” (Is 11, 4). Per preparare la sua venuta, per divenire suoi discepoli, è necessario lasciarsi trasformare dalla sua giustizia e guidare dalla sua sapienza. Noi comprendiamo che “per mezzo dello spirito di sapienza e di intelligenza” (Is 11, 2), il Messia scopre il nostro peccato e ci invita a conformarci alla legge di amore e di verità del suo Regno.

3. Il profeta dice ancora del Messia che “fascia dei suoi lombi sarà la giustizia” (Is 11, 5). Egli inaugura un regno di pace: “Il lupo dimorerà insieme con l’agnello . . ., il vitello e il leoncello pascoleranno insieme e un fanciullo li guiderà. (. . .) Non agiranno più iniquamente né saccheggeranno in tutto il mio santo monte” (Is 11, 6. 9).

Si tratta forse di un’illusione, dal momento che conflitti senza fine in tanti punti del mondo sembrano renderla vana? Sarebbe così se questa parola non venisse da Dio, se non si rivolgesse alle coscienze, se non fosse essa stessa sorgente di giustizia, la giustizia secondo Dio, la giustizia di Dio! Il messaggio di Isaia, l’ardente appello del precursore e poi la venuta stessa di Gesù portano dei frutti di pace, nel cuore e nelle azioni di coloro che si lasciano convertire.

Giovanni il Battista proclama l’urgenza della conversione: “Già la scure è posta alla radice degli alberi” (Mt 3, 10). Ascoltiamo bene questo avvertimento: ogni persona è chiamata a produrre frutti buoni di giustizia e di pace; ogni momento, ogni azione ha la sua importanza in funzione del Regno che viene e di cui non deve tradire lo spirito. Ogni uomo, per quanto modesto, è insostituibile nella famiglia umana; il più umile gesto ispirato dall’amore rende gloria a Dio.

4. La Chiesa oggi esalta un religioso molto semplice. Per tutta la vita egli ha compiuto la volontà del Signore senza mai tardare. Fedele alle esigenze e alle rinunce della regola, san Muziano-Maria ha tutta la grandezza degli umili.

Per sessant’anni di vita religiosa trascorsa nell’ombra, ha praticato le osservanze dei fratelli delle Scuole cristiane con una generosità totale. Per lui, nulla fu più importante dell’obbedienza, nulla più gioioso della povertà, nulla più urgente degli obblighi della vita comune, dell’accoglienza dei suoi alunni e di chiunque veniva a lui. Fedele ai compiti nascosti a lui affidati, giorno dopo giorno fratel Muziano offriva la sua vita al Signore, in una dimenticanza di sé che per lui era diventata naturale. Già per questo è una figura esemplare: è giunto alla santità nel quotidiano, seguendo con docilità il cammino dei figli di san Giovanni Battista di La Salle.

Semplice assistente dei maestri di musica e di disegno, o occupato nei numerosi servizi necessari in una grande struttura scolastica, fratel Muziano restava sempre illuminato dalla presenza di Dio. Il suo senso della preghiera impressionava confratelli ed allievi, tanto da essere chiamato “il Fratello che pregava sempre”.

È un ammirevole modello della “vita di preghiera”. Prolungava l’adorazione e la meditazione davanti al Santissimo fino quando poteva; risplendeva di gioia nel comunicarsi ogni giorno al Corpo di Cristo; non cominciava un lavoro senza invocare il Signore e venerare la Croce. In ogni momento, con il rosario in mano, invocava la santa Vergine con una giusta devozione, come dimostrano queste parole: “Per arrivare ad un’intima unione con nostro Signore, prendete la strada di Maria dove non c’è compito né ombra che possano fermare il vostro cammino verso Gesù” (S. Mutien-Marie Wiaux, “Lettre du 3 janvier 1914”).

Con l’intensità della sua vita spirituale, san Muziano-Maria “preparava la via del Signore, raddrizzava i suoi sentieri (cf. Mt 3, 3). Quanti lo vedevano pregare si stupivano di non trovare in lui “niente che non fosse semplicemente sincero”. C’è nell’uomo di Dio come una trasparenza che lo rende testimone autentico del Signore presente in lui. La Parola di Dio viveva in lui, gli autori spirituali l’avevano nutrito; ne traeva una saggezza che sapeva comunicare con naturalezza. Pensiamo alle parole di Isaia ascoltate oggi: “la saggezza del Signore riempirà il paese come le acque ricoprono il mare” (Is 11, 9).

5. San Muziano ebbe a Malonne una influenza discreta dovuta alla sorgente viva della sua pietà, della sua preghiera. I bambini del catechismo, gli allievi che gli stavano sempre vicino, sentivano che la forza di quest’uomo veniva dalla sua intimità con Dio e che un’instancabile carità aveva più valore di qualsiasi altra capacità.

Il suo messaggio non si esprime nei termini della saggezza di questo mondo. Egli mostra ai suoi fratelli, agli educatori, ai giovani la vera fecondità di una vita umilmente offerta. Egli poteva dire, come il Salmo di questa liturgia che Dio “avrà pietà del debole e del povero e salverà la vita dei suoi miseri” (Sal 72, 13). Lui stesso si considerava debole e povero, e questo lo rendeva disponibile verso chiunque gli confidava le sue pene. Dopo la sua morte, venne riconosciuto naturalmente come l’intercessore che la Chiesa ormai onora, un amico di Dio che resta un fratello degli uomini.

Con l’istituto dei fratelli delle Scuole cristiane, con i suoi connazionali del Belgio, noi siamo meravigliati per la fama di questo umile religioso. Noi rendiamo grazie oggi per la santità di fratel Muziano-Maria. Gli chiediamo di aiutare gli educatori dei nostri tempi perché sappiano accompagnare i giovani sul cammino della fede, aprirli alla bellezza del messaggio evangelico, invitarli a rinnovare continuamente la conversione richiesta da Cristo salvatore, a prendere parte attivamente alla vita della Chiesa.

6. Il lungo cammino di santità percorso da fratel Muziano sembra essere una risposta fedele alle parole di san Paolo che la Chiesa ci fa ascoltare in questa seconda domenica di Avvento: i libri santi sono scritti “per nostra istruzione, perché in virtù della perseveranza e della consolazione che ci vengono dalle Scritture teniamo viva la nostra speranza” (Rm 15, 4). Il santo fratello diede prova di perseveranza e di coraggio. Ci aiuti su questa strada ad appoggiarci alla potenza della Parola di Dio per affrontare le sfide di ciascuna delle nostre esistenze, le sfide di ciascuna delle nostre famiglie e delle nostre comunità.

San Paolo aggiungeva: “Il Dio della perseveranza e della consolazione ci conceda di avere gli uni verso gli altri gli stessi sentimenti ad esempio di Cristo Gesù” (Rm 15, 5). Sull’esempio del santo fratello di Malonne, tutto compenetrato dello spirito di Cristo, accoglieremo meglio il salvatore che viene tra noi se, nell’unità, riceviamo la Parola e agiamo in comunione nello stesso Spirito e condividiamo i medesimi doni. “Accoglietevi perciò gli uni gli altri come Cristo accolse voi, per gloria di Dio” (Rm 15, 7-9). Vivere l’Avvento è preparare i giorni in cui “fiorirà la giustizia”, i giorni in cui conosceremo “l’abbondanza della pace” (cf. Sal 72, 7), i giorni in cui “saranno benedette tutte le stirpi della terra” (Sal 72, 17).

7. Fratelli e sorelle, l’esempio di un santo che è vissuto vicino a noi può rendere forte in noi il coraggio della speranza. Fratel Mutieno-Marie ci precede nel cammino della fedeltà agli inviti di Dio e all’instancabile servizio dei fratelli. Noi chiediamo la sua intercessione, affinché ci sia dato di spianare a nostra volta la via del Signore e la via dell’uomo, che è la via della Chiesa. Noi invochiamo la sua intercessione affinché ci sia data la capacità di produrre i frutti che esprimano una reale conversione, di annunziare senza sosta il Regno dei cieli ormai vicino in colui che battezza nello Spirito Santo (cf. Mt 3, 2-11).

E così noi potremo “con un solo animo e una voce sola rendere gloria a Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo” (cf. Rm 15, 6).

 

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