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CONCELEBRAZIONE EUCARISTICA PER LA BEATIFICAZIONE
DI UN VESCOVO MESSICANO, DI UNA SUORA SPAGNOLA
E DI DUE RELIGIOSI ITALIANI

OMELIA DI GIOVANNI PAOLO II

Domenica, 29 gennaio 1995

 

1. “Prima di formarti nel grembo materno, ti conoscevo...” (Ger 1, 5). Così parla il Signore a Geremia, chiamandolo a diventare “profeta delle nazioni” (Ger 1, 5). Così Iddio dice, in senso più generale, a ciascun uomo che viene al mondo. Ogni persona è pensata e voluta da Lui con un atto eterno di amore, amore che “non avrà mai fine” (1 Cor 13, 8). L’uomo, ricorda il Concilio, “in terra è la sola creatura che Iddio abbia voluto per se stessa” (Gaudium et Spes, 24).

“Prima di formarti nel grembo materno, ti conoscevo...”. La conoscenza che Dio ha di ogni essere umano è una chiamata nei suoi confronti. Egli chiama l’uomo a conoscerlo ed amarlo, a diventare santo e immacolato nell’amore (cf. Ef 1, 4), come Egli stesso è. In questo senso universale e insieme personalissimo il Signore ha conosciuto fin dal grembo materno Rafael Guízar Valencia, Modestino di Gesù e Maria, Genoveva Torres Morales, Grimoaldo della Purificazione, i quattro nuovi Beati che oggi ho la gioia di elevare agli onori degli altari. Ciascuno di essi ha corrisposto con la propria esistenza all’amore di Dio. Ciascuno di essi ha vissuto aspirando al carisma più grande, seguendo la via migliore di tutte (cf. 1 Cor 12, 31): la via della carità.

 2. En este camino de la caridad entró con paso firme el Obispo Rafael Guízar Valencia.

Ejerció su apostolado como sacerdote y como Obispo casi siempre perseguido o en situaciones peligrosas. Por muchos años no tuvo domicilio fijo, sin que las dificultades le impidieran desempeñar su acción misionera, repitiendo “Yo daría mi vida por la salvación de las almas”, al estilo del Buen Pastor. Quienes le conocieron pudieron afirmar que no había fuerza o contrariedad que debilitase su afán evangelizador. La enseñanza del catecismo y las misiones populares fueron los polos sobre los que centró su actividad. Así, su México natal, los Estados Unidos, Guatemala y Cuba se beneficiaron de su celo pastoral.

Su espiritualidad estaba basada en la devoción eucarística y en el amor a la Virgen María. El fomento de las vocaciones sacerdotales, la administración de los sacramentos, particularmente la penitencia y el matrimonio, regularizando así muchas uniones de hecho; la predicación de la Palabra de Dios, además de una dedicación asidua a la oración, hicieron también de él un hombre de fe y de acción, preocupado por la salvación de las almas.

La nueva evangelización, a la que he convocado en repetidas ocasiones a toda la Iglesia y en la cual está comprometida también la Iglesia en América, encuentra en figuras como Rafael Guízar Valencia, un modelo a seguir. A su intercesión queremos confiar el trabajo apostólico por la extensión del Reino que realizan tantos hombres y mujeres, en todas partes y aún en medio de situaciones difíciles, como las que vivió el nuevo Beato.

Ecco le parole del Santo Padre in una nostra traduzione in lingua italiana.

2. In questa via della carità entrò con passo fermo il Vescovo Rafael Guízar Valencia.

Esercitò il suo apostolato come sacerdote e come Vescovo quasi sempre perseguitato e in situazioni pericolose. Per molti anni non ebbe un domicilio fisso, ma le difficoltà non gli impedirono di svolgere la sua azione missionaria; ripeteva: “Io darei la vita per la salvezza delle anime”, sull’esempio del Buon Pastore. Coloro che lo conobbero poterono affermare che non vi era forza o contrarietà in grado di indebolire il suo slancio evangelico. L’insegnamento del catechismo e le missioni popolari furono i poli sui quali incentrò la sua attività. In tal modo il suo Messico, gli Stati Uniti, il Guatemala e Cuba beneficiarono del suo zelo pastorale.

La sua spiritualità si fondava sulla devozione eucaristica e sull’amore per la Vergine Maria. La promozione delle vocazioni sacerdotali, l’amministrazione dei sacramenti, in particolare della penitenza e del matrimonio, con la conseguente regolarizzazioni di molte unioni di fatto, la predicazione della Parola di Dio, oltre a una dedizione assidua alla preghiera, fecero di lui un uomo di fede e di azione, preoccupato per la salvezza delle anime.

La nuova evangelizzazione, alla quale ho chiamato in numerose occasioni tutta la Chiesa e nella quale è impegnata anche la Chiesa in America, trova in figure come quella di Rafael Guízar Valencia un modello da seguire. Alla sua intercessione desideriamo affidare il lavoro apostolico, volto ad estendere il Regno, che svolgono tanti uomini e donne, in ogni luogo e anche in situazioni difficili, come quelle che sperimentò il nuovo Beato.

3. “Sei tu, Signore, la mia speranza, / la mia fiducia fin dalla mia giovinezza” (Salmo resp.) (Sal 71, 5). Così canta la Chiesa, vivificata costantemente dal soffio dello Spirito Santo. Così ripete oggi il Beato Modestino di Gesù e Maria, presbitero, dell’Ordine Francescano dei Frati Minori, singolare testimone della misericordia di Dio e artefice di speranza nel Meridione d’Italia, nella prima metà del secolo scorso.

A lui, Dio Padre si compiacque di rivelare, fin dagli anni della fanciullezza, i misteri del Regno dei cieli (Canto al Vangelo) (cf. Mt 11, 25), facendogli scoprire il valore autentico della persona, che si attua nell’adesione generosa a Cristo povero e crocifisso nel dono di sé agli altri.

Vissuto in una società segnata dall’emarginazione e dalla sofferenza morale, Padre Modestino seppe condividere in pieno le attese e le angosce dei più deboli, rispondendo al profondo bisogno di Dio presente nei fratelli assetati di giustizia e di amore. Divenne così fermento di rinnovamento e segno vivo di speranza. Veramente la mano del Signore era sopra di lui rendendolo, per ogni categoria sociale, ministro di misericordia e di consolazione, soprattutto attraverso l’assidua e paziente celebrazione del sacramento della Riconciliazione.

Padre Modestino fu autentico “fratello universale”: su di lui ognuno poteva contare, trovando ascolto, accoglienza, condivisione. Questo amore lo accompagnò fino al dono di se stesso, quando non esitò ad esporsi al pericolo della morte pur di assistere i fratelli colpiti da un’epidemia di colera. Ne condivise in effetti la sorte fino in fondo, cadendo vittima di carità.

 4. “No tengas miedo – hemos escuchado en la primera lectura de la liturgia de la Palabra –. Yo te convierto en plaza fuerte, en columna de hierro, en muralla de bronce... Yo estoy contigo para librarte”.  Al profeta se le promete una especial asistencia divina capaz de hacer fronte a los impedimentos, de modo que pueda llevarse a cabo el plan de Dios. Vemos realizadas estas palabras en la nueva Beata Genoveva Torres Morales, que demostró una fortaleza heroica, tanto en su actividad humana como en su labor apostólica. Habiendo sufrido de joven la amputación de una pierna, hubo de caminar siempre apoyada en muletas, pero eso no le impidió discernir y cumplir, con paso firme, la voluntad del Señor.

Mujer humilde, tanto por su origen como por su cultura, poseyó la ciencia del amor divino, aprendido en su intensa devoción al Corazón de Jesucristo. Solía repetir: “Todo lo vence el amor”. Este amor la movió a consagrar su vida al servicio de las mujeres jubiladas, a remediar el desamparo y necesidad en que se encontraban muchas de ellas, atendiéndolas material y espiritualmente en un verdadero hogar, estando a su lado como “Ángel de la soledad”. Con este fin fundó en Valencia el Instituto de las Hermanas del Sagrado Corazón de Jesús y de los Santos Ángeles.

Su obra sigue siendo hoy de gran actualidad, pues la soledad y el abandono, con los consiguientes peligros que conllevan, están entre los males más dolorosos de todas las épocas. A ellos quiso hacer frente la Beata Genoveva Torres y a ella pedimos que siga impulsando almas generosas que, fieles al carisma que recibió del Espíritu, trabajen para imitar su ejemplo y para continuar su obra.

Ecco le parole del Santo Padre in una nostra traduzione in lingua italiana.

4. “Non spaventarti – abbiamo ascoltato nella prima lettura della liturgia della Parola –. Io faccio di te come una fortezza, come un muro di bronzo... io sono con te per salvarti” (Ger 1, 17-19). Al profeta viene promessa una particolare assistenza divina capace di far fronte agli ostacoli, affinché si possa portare a termine il piano di Dio. Vediamo realizzate queste parole nella nuova Beata Genoveva Torres Morales, che dimostrò una fermezza eroica, sia nella sua attività umana sia nella sua opera apostolica. Avendo subito da giovane l’amputazione di una gamba, dovette camminare sempre appoggiandosi a delle stampelle, tuttavia ciò non le impedì di discernere e di compiere, con decisione, la volontà del Signore.

Donna umile, sia per la sua origine sia per la sua cultura, possedette la scienza dell’amore divino, appreso nella sua profonda devozione al Cuore di Gesù Cristo. Era solita ripetere: “L’amore vince tutto”. Questo amore la spinse a consacrare la sua vita al servizio delle donne giubilate, a porre rimedio all’abbandono e al bisogno in cui si trovavano molte di esse, assistendole materialmente e spiritualmente in un vero focolare domestico, stando al loro fianco come “Angelo della solitudine”. A tale fine fondò a Valenza l’Istituto delle Suore del Sacro Cuore di Gesù e dei Santi Angeli.

La sua opera continua ad essere oggi di grande attualità, poiché la solitudine e l’abbandono, con tutti i pericoli che ne conseguono, sono tra i mali più dolorosi di tutti i tempi. Ad essi volle far fronte la Beata Genoveva Torres e noi le chiediamo che continui a incoraggiare anime generose che, fedeli al carisma che essa ricevette dallo Spirito, si adoperino per imitare il suo esempio e per continuare la sua opera.

5. “... ancora oggi proclamo i tuoi prodigi” (Salmo resp.). Così testimonia dinanzi al mondo il Beato Grimoaldo della Purificazione, al secolo Ferdinando Santamaria. Giovane Passionista, nel corso della sua breve esistenza s’ispirò costantemente ad alcune linee programmatiche che restano significative anche per noi: dare a Dio il primo posto; manifestare a Gesù Crocifisso costante gratitudine mediante opere concrete di penitenza e di umiltà; perseverare nel bene anche a costo di grandi sacrifici; vivere con austerità e accontentarsi in tutto; essere sempre disponibile per gli altri.

Secondo il carisma della Famiglia Passionista, egli sentiva di dover completare in sé le sofferenze di Cristo a vantaggio dell’intero suo corpo mistico (cf. Col 1, 24). Amava ripetere: “Penso sempre a Gesù quando salì il Calvario, e alla sua santissima Madre che andava appresso al Signore, e io voglio seguire le loro sofferenze”.

I biografi lo ricordano allegro anche nelle umiliazioni, nelle contrarietà e nelle difficoltà degli studi. I compagni notavano che, pure non facendo cose diverse da loro, Grimoaldo le compiva con straordinaria e crescente intensità di amore. In lui i giovani di oggi e di domani possono scorgere un modello di spiritualità semplice e generosa, fortemente ancorata al mistero pasquale di Cristo.

6. “Benedetto sei tu, Padre, perché ai piccoli hai rivelato i misteri del Regno dei cieli” (Canto al Vangelo).

Carissimi Fratelli e Sorelle! L’odierna celebrazione liturgica ci spinge ad elevare riconoscenti il nostro pensiero al Signore. Egli continua nei secoli a rivelare i misteri del suo amore ai “piccoli”. È Lui la fonte della saggezza vera del vivere, il saldo sostegno d’ogni imperituro progetto umano.

Nell’Eucaristia la Chiesa loda il Padre che ha fatto “ogni cosa con sapienza e amore” a tutti venendo incontro perché coloro che lo cercano lo possano trovare. Lo loda e lo ringrazia soprattutto perché ha mandato nel mondo l’“unico Figlio come Salvatore” e lo “Spirito Santo, primo dono ai credenti... a compiere ogni santificazione” (Preghiera eucaristica, IV).

I Santi, i Beati, ed in particolare coloro che oggi presentiamo alla venerazione di tutti i credenti, rendono testimonianza a quest’eterna verità. Proclamano la fedeltà di Dio, ne testimoniano l’amore, sorgente di vita e di santità.

7. “Benedetto sei tu, Padre!”. Diciamolo anche noi, carissimi Fratelli e Sorelle, insieme a Rafael Guízar Valencia, vescovo, a Modestino di Gesù e Maria, presbitero dell’Ordine Francescano dei Frati Minori, a Genoveva Torres Morales, vergine fondatrice delle Suore del Sacro Cuore di Gesù e dei Santi Angeli, a Grimoaldo della Purificazione Santamaria, religioso, della Congregazione della Passione.

Preghiamo perché anche noi possiamo adorare Dio con tutta l’anima ed amare i fratelli nella carità di Cristo (cf. Colletta).

È questa la strada della santità: la via dell’amore, della divina carità, che “tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta”.

Questa carità “non avrà mai fine” (1 Cor 13, 7-8).

Signore, facci comprendere che queste sono “le tre cose che rimangono: la fede, la speranza e la carità; ma di tutte più grande è la carità” (1 Cor 13, 13).

Rivelaci, Padre, i misteri del tuo Regno!

Donaci, o Cristo, con la potenza dello Spirito Santo, la tua carità.

Amen!  

Al termine dell’omelia della Messa per le Beatificazioni di ieri il Santo Padre improvvisa le seguenti parole.  

Carissimi, non posso concludere senza tornare a due settimane fa; era domenica come oggi. Due settimane fa a Manila si celebrava la Giornata Mondiale della Gioventù. È stata un’esperienza unica. Speriamo che si possa continuare questa esperienza con i giovani delle diverse parti del mondo. Non posso che ringraziare Dio e ringraziare il Signore per questa esperienza, che mi è stato dato di vivere insieme ai miei fratelli e sorelle nelle Filippine, a Manila e anche insieme ai miei giovani amici.

E non posso non ringraziare il Signore per le Beatificazioni che si sono susseguite dopo Manila: a Port Moresby, nella Papua Nuova Guinea, un beato catechista, Pietro To Rot, primo Beato di questo Paese missionario; poi in Australia, a Sydney, la Beata Mary MacKillop, la prima beata del grande continente Australiano; e finalmente nello Sri Lanka, il Beato Padre Joseph Vaz, primo Beato di quest’Isola, e di questa cultura tanto ricca e tanto profondamente religiosa.

Io vorrei oggi, stando qui a San Pietro, in questa Basilica, ricordarli tutti e aggiungere questi tre nuovi Beati, che sono Prototestimoni delle loro terre, delle loro Chiese, al nostro canto, per cantare la Gloria di Dio sino ai confini della terra. Non solamente qui in Roma, sulla Tomba di San Pietro, ma fino ai confini della terra, dove c’era stata tanta attesa per la beatificazione dei Prototestimoni di Papua Nuova Guinea, di Australia, di Sri Lanka. Cantiamo insieme a loro la nostra lode a Dio che è fonte di ogni santità attraverso i secoli, attraverso i popoli e le generazioni e che con questi santi e beati ci porta a vivere la grande comunione dei santi che è il nostro futuro nella Chiesa.

Amen. Sia lodato Gesù Cristo.

 

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