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VISITA PASTORALE ALLA DIOCESI DI CHIETI

DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
ALLE AUTORITÀ CIVILI

Solennità di San Giuseppe
Termoli
, 19 marzo 1983 

 

Onorevole Signor Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri!
Signor Sindaco!
Cari fratelli e sorelle di Termoli e Larino e dell’intera regione del Molise!

1. Desidero, anzitutto, ringraziare le autorità civili per le cortesi e calorose espressioni con le quali mi hanno dato il benvenuto, facendosi anche interpreti dei comuni sentimenti degli abitanti di questa antica e pittoresca città, posta a specchio sul mare Adriatico, al cospetto delle suggestive isole Tremiti, che spiccano come brillanti ben incastonati nell’azzurro del mare.

Ricambio volentieri il loro saluto deferente, abbracciando con affettuoso pensiero quanti sono qui venuti anche da Larino e dalle altre città vicine e tutte le popolazioni di questa regione, carica di millenni di storia, risalente agli antichi e valorosi Sanniti e Frentani, e così ricca di profonde tradizioni religiose, da ben meritare la visita del successore di Pietro. Vengo perciò a suggellare un lungo e meritorio cammino di fede e ad incrementarne il passo, in un momento tanto significativo per la vita della Chiesa, qual è quello dell’ormai imminente apertura dell’Anno Giubilare della Redenzione.

2. Le tracce storiche dello spirito cristiano che ha animato le generazioni passate su queste terre mi sono apparse agli occhi venendo da voi. Sorvolando infatti questo vostro territorio, ho potuto ammirare non solo il vasto e vario paesaggio dominato dai massicci calcarei della Meta e del Matese e solcato dalle ampie valli del Trigno, del Biferno e del Fortore, ma anche gli storici monumenti che hanno segnato delle tappe importanti nella spiritualità e nella cultura di questo popolo: intendo riferirmi all’Abbazia medioevale di San Vincenzo al Volturno, alla Badia-Santuario di Santa Maria del Canneto, alla Badia di Santa Maria della Strada e alle numerose chiese romanico-gotiche disseminate nel territorio. Anche lo splendido duomo romanico di questa città ha attirato la mia attenzione ammirata. Esso infatti, mostrando nella fisionomia di alcune statue di santi un certo stile venuto dall’Oriente, richiama alla mente i contatti avuti nel passato da questa città con la cultura dei popoli di oltremare, verso i quali essa si protende per naturale posizione geografica. E anche oggi qui vivono ancora tre Comunità slave, alle quali pure rivolgo un saluto affettuoso.

3. Accanto a questi confortanti aspetti culturali e spirituali, dei quali vanno giustamente orgogliose le popolazioni di questa regione, non posso però sottacere quelli, meno consolanti, relativi alla situazione sociale. Parlando a coloro che hanno la responsabilità della cosa pubblica e a cittadini pensosi del bene comune, desidero dire che questa mia visita vuole essere anche uno stimolo e un incoraggiamento per un impegno sempre più cosciente e fattivo al fine di portare una appropriata e urgente soluzione ai tanti problemi che vanno sotto il nome di “questione sociale del Mezzogiorno”. Nel considerare i numerosi e gravi problemi connessi col triste fenomeno dell’emigrazione, della disoccupazione, delle condizioni abitative, dello svuotamento economico e del relativo basso reddito, come pure del livello di istruzione scolastica, non posso non esprimere la mia più viva partecipazione, auspicando che questa mia presenza valga a mobilitare sempre più gli animi per un interessamento davvero efficace, che cancelli i segni lasciati da tanti anni di arretratezza, di isolamento e di dipendenza economica. La Chiesa, che è chiamata anche a promuovere la dignità dell’uomo, non può tacere davanti a queste sfavorevoli condizioni di vita.

Affido questi pensieri e questi voti ai patroni san Basso Martire, san Timoteo, discepolo di san Paolo, e ai Santi Martiri Larinesi, la cui intercessione invoco oggi, in modo particolare, per voi tutti, perché, come loro, sappiate vivere con rinnovato impegno le esigenze della fede e della solidarietà umana, di cui essi furono testimoni e campioni esemplari.

E su tutti voi scenda, propiziatrice di abbondanti grazie celesti, la mia benedizione apostolica.

© Copyright 1983 - Libreria Editrice Vaticana

 



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