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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI MARINAI AMERICANI
DELLA FORZA INTERNAZIONALE DI PACE NEL LIBANO

Mercoledì, 25 gennaio 1984

 

Cari amici,

rivolgo oggi un cordiale benvenuto in Vaticano a tutti voi: ufficiali e marinai della marina degli Stati Uniti di stanza a bordo del vascello USS Kennedy. Sono stato informato del vostro servizio in Medio Oriente, un servizio svolto a diretto contatto con la terribile sofferenza che il Libano sta vivendo.

So che quello che avete sperimentato partecipando ad una missione di pace avrà effetti duraturi sulle vostre vite. Siete stati vicini al male dell’odio e alla sua peggiore espressione che è la guerra. Nello stesso tempo voi avete condiviso il sogno di pace e riconciliazione con tanta gente semplice e onesta e anche il sogno di quell’armonia e fratellanza che trascendono ogni diversità e ogni differenza.

La vostra presenza è stata intesa come un aiuto alla creazione di condizioni atte a favorire la pace. Rispondendo a un invito del Governo libanese, voi e i membri provenienti da altri Paesi della Forza di pace avete tentato di offrire una collaborazione di pace a una zona coinvolta nella guerra.

Sono sicuro che il vostro desiderio di vedere stabilita la pace e la fraterna collaborazione sarà confermato qui a Roma. Voi qui state testimoniando, insieme a tanti pellegrini di ogni parte del mondo, la forza di edificazione che risiede nell’unione dell’unica famiglia umana: la forza di vivere insieme, di lavorare insieme e di guardare insieme in alto al Dio e Padre di tutti noi. Cari amici, la paternità di Dio ci faccia comprendere sempre meglio la fratellanza dell’uomo e l’armonia e l’amore che devono caratterizzare tutte le relazioni umane. Che l’amore di Dio tocchi oggi i cuori di tutti voi.

 

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