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PAOLO VI

ANGELUS DOMINI

Domenica, 17 gennaio 1971

 

Nei prossimi giorni, dal 18 al 25, si celebrerà anche quest’anno la settimana di preghiera, e possiamo aggiungere, di riflessione e di studio, per l’unità dei Cristiani. Perché è ormai da tutti ammesso che i seguaci di Cristo, cioè i Cristiani, dovrebbero essere «un cuore solo e un’anima sola» (Act. 4, 32), una Chiesa, cioè una congregazione, una comunità sola, com’era nell’intenzione di Cristo e com’è nella esigenza intrinseca della natura del corpo sociale dei credenti nel fondatore della Chiesa. Ci si accorge finalmente ai nostri giorni che una divisione, anzi molte divisioni in seno alla Chiesa costituiscono una contraddizione in termini: Chiesa e unità visibile e reale dei fedeli sono necessariamente la medesima cosa nel pensiero e nel volere di Cristo. La realtà storica, invece, come sappiamo, non realizza la parola del Signore: siamo tutti uno. Le divisioni fra i Cristiani, cioè le loro distinzioni fra le loro varie comunità, non sono puramente formali, o etniche, o rituali, o locali; sono purtroppo profonde e finora irriducibili; riguardano elementi essenziali del cristianesimo, riguardano la fede, riguardano la carità, sebbene il comune battesimo sia tuttora una base sostanziale di comunione. Non può essere così: Cristo non è abbastanza seguito, non è interpretato come Egli vuole; e il mondo perciò non può prestare fiducia ad una religione priva di vera coerenza di fede e di interna coesione di fratellanza (Cfr. Io. 17, 21-23). La nostra Chiesa cattolica. nonostante certe mancanze di noi uomini e della sua storia, umilmente ritiene sua prerogativa e suo dovere di personificare questa originaria unità e di costituire ancora il centro e la misura della piena comunione cristiana.

Ma il progresso dell’ecumenismo, cioè del ristabilimento di questa perfetta comunione, si dimostra lento e difficile, sebbene abbia fatto passi consolanti: dall’opposizione polemica fra le varie denominazioni cristiane siamo passati al rispetto reciproco, al dialogo, a qualche pratica collaborazione; ma l’unità se vuol essere sincera non può ancora essere raggiunta! La buona volontà degli uomini non è sufficiente a generare questo prodigio: occorre l’intervento misericordioso del Signore; occorre un nuovo soffio di Spirito Santo. Perciò occorre pregare. Ed è ciò che vi invitiamo a fare, specialmente nei prossimi giorni.

E chiediamo alla Madonna, ch’era nel cenacolo della Pentecoste, a far sua la nostra umile e implorante preghiera.

                                             



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