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UDIENZA GENERALE DI PAOLO VI

Mercoledì, 23 settembre 1964

 

Diletti Figli e Figlie!

Che cosa significa un’Udienza del Papa? È quello che cerchiamo Noi stessi di capire e poi di spiegare ai Nostri visitatori. Ci accorgiamo che una Udienza del Papa significa molte cose; presenta cioè vari aspetti, che la visione delle persone e delle cose secondo la fede moltiplica mirabilmente e allarga su panorami immensi, della religione, della storia, della vita. Uno di questi aspetti Ci è suggerito da una circostanza unica e notevole di questo giorno e di questo luogo: oggi la reliquia preziosissima - il sacro capo dell’Apostolo Andrea - lascerà questa Basilica, dove da cinque secoli è custodita, e sarà entro la settimana riportata a Patrasso, in Grecia, dove S. Andrea subì il martirio della crocifissione, e donde la reliquia, al tempo di Papa Pio II, era stata portata a Roma, perché vi fosse custodita, nel timore che una invasione, temuta allora come imminente, la esponesse a qualche manomissione. S. Andrea era fratello di San Pietro; e questo fatto memorabile ci riporta col pensiero alla scena evangelica, stupendamente narrata dall’Evangelista San Giovanni quale testimonio, e lui stesso protagonista, della scena stessa. È la scena del primo incontro di Gesù con i suoi discepoli e futuri apostoli, quando Giovanni Battista identifica per la seconda volta Gesù presente sulle rive del Giordano, e ripete il suo grido: Ecco l’Agnello di Dio! Due discepoli del Precursore, udite queste parole, «andarono dietro a Gesù. Gesù si volse e, notato che lo seguivano, domandò loro: chi cercate? Essi gli dissero: Rabbi! (che tradotto vuol dire maestro), dove abiti? Egli rispose loro: venite e vedrete. Andarono e videro dove egli abitava; e rimasero con lui quel giorno. Era circa l’ora decima (pomeriggio inoltrato). Andrea, fratello di Simone Pietro, era uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e aveva seguito Gesù» (Io. 1, 35-40).

Questo racconto ha meritato il titolo di «primo chiamato» ad Andrea; e mette in evidenza il fatto che ogni incontro con Cristo riveste carattere di chiamata. Il rapporto prodotto dalla sua presenza fra noi non può non assumere l’aspetto d’una vocazione; non può non tradursi in un invito da parte di Cristo a seguirlo, e da parte di chi da Lui è incontrato in una scelta, in una risposta, tendenzialmente orientativa, forse decisiva per tutta la vita. «Venite e vedrete» dice il Signore. «Andarono e videro» quei primissimi chiamati. Si iniziava così la espressa convocazione degli uomini alla sequela di Cristo; e voi sapete come si definisce il risultato di questa convocazione; si definisce «la Chiesa», che appunto significa l’assemblea dei chiamati, o, come si esprime San Paolo, «dei chiamati santi» (1 Cor. 1, 2; Rom. 1, 7), formanti cioè «il popolo di Dio» (1 Petr. 2, 10).

Ora sembra a Noi che ogni Udienza pontificia, riunita da sentimenti pii e spirituali, rifletta in qualche modo l’incontro di anime pellegrinanti sui sentieri misteriosi della vita col Pastore e col Maestro dell’umanità, ch’è Nostro Signor Gesù Cristo, come quella che fa incontrare le persone presenti all’udienza con Colui che, assai, assai imperfettamente, ma autenticamente rappresenta visibilmente quel divino Viandante, che non solo volle essere nostro compagno di cammino, ma nostra guida, nostro Capo altresì; e che tuttora e sempre, e qui nelle umili sembianze del suo Vicario, continua a chiamare; sì, a chiamare: «Venite e vedrete»; «Venite a me voi tutti, che siete affaticati ed oppressi, ed io vi consolerò» (Matth. 11, 28); «Venite dietro a me, e vi farò diventare pescatori d’uomini» (Matth. 4, 19).

Cioè : l’incontro dell’udienza pontificia solleva negli spiriti attenti delle persone presenti la coscienza d’essere stati chiamati a fissare il proprio rapporto con Cristo: quello di fedeli? di indifferenti? di avversari? Di fedeli certamente! E allora la coscienza continua: di fortunati, di eletti, di responsabili!

Carissimi figli e figlie! L’udienza pontificia fa echeggiare in fondo alle vostre anime la voce del Signore, che ricorda ed ammonisce: Tu sei cristiano, tu sei cattolico! E ciascuno comprende quale abbondanza di conseguenze sorga da tale persuasione fatta cosciente, nella singolarità e nella solennità di questa circostanza: davanti al Papa, al Vicario di Cristo, tu sei cristiano, tu sei cattolico; quale cristiano? quale cattolico?

Oh! lasciate che Noi rinforziamo codesta intima voce, invitando, esortando, supplicando ciascuno di voi ad essere vero cristiano, autentico cattolico. Noi potremmo avvalorare questa vocazione con altre e gravi ragioni: quelle che nascono dai bisogni della Chiesa, dai bisogni del nostro mondo presente; bisogni immensi, che chiamano e invocano la presenza, la testimonianza, l’azione, la dedizione di animi forti e generosi, ai quali la voce di Cristo ha aperto un destino nuovo e meraviglioso: quello d’essere apostoli!

Così l’Apostolo Andrea, così il fratello Apostolo Pietro, qui oggi, quasi con voce sola, parlino evangelicamente alle nostre anime; mentre a tale voce si unisce la Nostra, paterna e benedicente.

 



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