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LETTERA DI PAOLO VI
PER LA
MORTE DEL CARDINALE VICARIO
ANGELO DELL’ACQUA

Lunedì, 28 agosto 1972

 

Al venerabile Clero ed a tutti i Fedeli della nostra Diocesi di Roma, pace e salute in Cristo Signore:

è già a vostra conoscenza la notizia della improvvisa morte del nostro amato e venerato Cardinale Vicario Angelo Dell’Acqua, avvenuta ieri, 27 agosto, a Lourdes, dove egli presiedeva al Pellegrinaggio Romano, ma noi non possiamo esimerci dal darne a voi tutti l’annuncio ufficiale nell’intento d’associarvi al nostro dolore, al nostro rimpianto, ai nostri suffragi ed ai sentimenti che questo avvenimento suscita nell’animo nostro, primo fra essi il desiderio di sapervi partecipi con profonda comunione ecclesiale del nostro umano rammarico e della nostra cristiana speranza.

La morte è sempre un fatto grave e misterioso. Essa tronca, specialmente in questo caso, una vita cara e preziosa, tutta assorbita nella intensità d’un ministero pastorale vastissimo e inestimabile. Il Cardinale Dell’Acqua era per noi un Fratello, un Amico, un Collaboratore, veramente meritevole di godere la fiducia dovuta ad un proprio Vicario. Voi tutti avete conosciuto il suo zelo, la sua saggezza, e soprattutto la sua dedizione tutta pervasa da un’ardente coscienza sacerdotale. Egli ha reso alla Chiesa grande e fedelissimo servizio. Egli ha amato la nostra Diocesi con tutto il suo cuore.

La sua scomparsa, in mezzo ai Pellegrini Romani, dopo giornate piene di faticoso, ma gioioso fervore, avvenuta vicino alla Madonna, c’impone, quasi in modo folgorante, la meditazione sul senso di questa vita e di quella che le succede, offrendoci la visione penetrante di queste due fasi della nostra personale esistenza, vigilia la prima estremamente drammatica della seconda, tuttora a noi velata di mistero, ma già luminosa per la promessa del regno futuro, dove l’incontro con Cristo immerge chi gli è stato seguace ed unito durante il tempo nell’oceano ineffabile del Dio vivente ed eterno. Ed è così che l’esperienza di questo doloroso e inatteso transito si deve risolvere per noi nel conforto di più sicura ed assetata speranza cristiana.

Noi raccoglieremo insieme, venerati Fratelli e carissimi Figli, l’eredità che questo degnissimo Uomo di Chiesa lascia per noi: i suoi insegnamenti, i suoi esempi, le sue opere, molte di queste ancora incompiute; troveremo in essa la consolazione propizia per questa ora singolare ed amara; vi scopriremo la linea intenzionale del rinnovamento ecclesiale postconciliare; e ci sentiremo maggiormente impegnati a proseguire uniti con nuova lena nell’opera gravosa, ma amatissima dell’edificazione pastorale della nostra Chiesa di Roma.

Come vostro Vescovo, oggi in lutto, ma tanto più confortato dalla fede, vi invitiamo a speciali suffragi per l’anima del compianto Cardinale Vicario, e a particolari preghiere per la nostra comunità diocesana; e tutti di cuore, in Cristo Signore, vi benediciamo.

PAULUS PP. VI

 



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