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DISCORSO DI PAOLO VI
NEL I CENTENARIO DI ISTITUZIONE
DEL CORPO DELLE CAPITANERIE DI PORTO IN ITALIA

Giovedì, 15 luglio1965

 

La ricorrenza del primo centenario di istituzione del Corpo delle Capitanerie di Porto vi ha portati qui, con atto di fede e di affetto, che Ci procura viva compiacenza. Abbiamo preso visione con un vero interesse delle cerimonie civili, religiose e militari, che, a cura di codesto Ministero, sono state celebrate in tutta Italia, sia a Roma, sia nelle varie città portuali, sedi delle trentotto Capitanerie italiane. E ora, la vostra schietta e virile pietà vi ha tratti presso il Successore di Pietro, dell’umile pescatore di Galilea, a cui Cristo ha affidato, con parola che travalica i secoli, il timone della navicella della Chiesa. Il ricordo dell’origine marinara, diciamo così, del Principe degli Apostoli, e l’immagine simbolica e familiare del suo altissimo ufficio, Ci sorgono spontanei in questa occasione: non certo per uno spunto di retorica, o per un excursus erudito, ma per dirvi che voi qui, presso le sacre memorie di Pietro, non siete degli estranei; e che gli uomini, da voi rappresentati, i quali nei vari porti d’Italia compiono il quotidiano dovere con la semplicità, lo spirito di sacrificio, la rude bontà dell’animo, che li distinguono, trovano nel cuore del Papa un’aperta rispondenza di sentimenti di stima e di benevolenza.

Vi ringraziamo dunque della vostra presenza; e Ci congratuliamo per l’alto spirito religioso, dimostrato in questa solenne circostanza, per cui, uniti in un solo palpito di commozione e di fierezza con gli Ufficiali e le forze delle varie Capitanerie di Porto, avete elevato il pensiero riconoscente a Dio, datore munifico di ogni bene, affidando altresì alla sua misericordia tutti i Caduti del mare.

Non sta a Noi certo porre in rilievo i meriti professionali, tecnici, economici, giuridici dell’attività così ordinata e oculata delle singole Capitanerie, o celebrare i progressi veramente sorprendenti, compiuti in codesti cento anni di storia. Solamente Ci piace individuare e proporre alla comune attenzione, quanto in quell’attività si eleva ad un valore sacrosanto, universale e duraturo, che merita veramente di essere sottolineato: e cioè il servizio del prossimo, la sollecitudine per i fratelli, la dedizione per gli altri, la fedeltà al dovere.

Non può sfuggire a nessuno come l’opera delle Capitanerie di Porto si svolga sotto questo segno, come di una presenza vigile e paterna: dagli uffici più solleciti, come l’assistenza a favore degli emigranti, dei passeggeri, l’appoggio dato agli umili pescatori, ai barcaiuoli, agli ormeggiatori, ai lavoratori portuali, che alle Capitanerie si rivolgono; fino alle più complesse attribuzioni di vigilanza, di controllo, di disciplina, che richiedono chiarezza di vedute, prontezza di decisioni, fermezza di esecuzione: tutto si inquadra in questa luce incoraggiante e benefica del dovere compiuto e dell’aiuto prestato ai fratelli. Un valore umanissimo dunque; diciamo di più, un valore cristiano, un’applicazione evangelica di quella carità, che, se prestata con intento soprannaturale, il Cristo reputa fatta a se stesso; un valore eterno di merito e di premio, che il Signore non lascerà senza ricompensa.

Noi Ci auguriamo che i valorosi membri delle singole Capitanerie sappiano vivere la loro quotidiana responsabilità alla luce di queste convinzioni; e Ci rallegra il pensare che, sotto l’aspetto talvolta forse ruvido della loro disciplina, ci sono nobili cuori che amano il Signore, e nel suo nome si prodigano per il bene dei fratelli.

Giunga questa Nostra parola, attraverso le vostre degnissime persone, alle singole Capitanerie italiane, ad attestare loro il Nostro compiacimento, il Nostro elogio, il Nostro incoraggiamento; essa è avvalorata dalla particolare Benedizione Apostolica, che impartiamo a voi, qui presenti, ai vostri collaboratori, ed a tutti gli Ufficiali, Sottufficiali e uomini delle Capitanerie di Porto, estendendola di gran cuore alle loro dilette famiglie.

                                  



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