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DISCORSO DI PAOLO VI
AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO ITALIANO,
L'ONOREVOLE RUMOR, AL RITORNO DA GINEVRA

Martedì, 10 giugno 1969

 

Signor Presidente On. Rumor,

Eccoci reduci, nel giro di poche ore, a Roma dopo la Nostra intensa giornata ginevrina.

È un onore per Noi incontrare, rimettendo il piede sul suolo d’Italia, colui che presiede al Governo d’Italia, e ascoltare da lui parole così elevate e così cordiali. Codeste parole Ci procurano il piacere d’avvertire in esse una risonanza dei sentimenti, che hanno pervaso e commosso il Nostro animo in occasione della Nostra visita a Ginevra all’Organizzazione Internazionale del Lavoro e al suo Ufficio centrale, per la celebrazione del 50° anniversario della fondazione di questa grande e benemerita istituzione.

Di tale risonanza eravamo già convinti e sicuri, ma l’espressione così autorevole e palese, che cogliamo ora dalle sue labbra, Ci consola assai: Noi vi troviamo fedele conferma del primo titolo d’umanità e di modernità, con cui la Costituzione italiana definisce il volto di questo rinnovato Paese: una Repubblica fondata sul lavoro, e che perciò al lavoro rivolge un primato di interesse e di dignità. Noi vi sentiamo l’eco di quei principii che nel lavoro rivendicano al fattore umano, al lavoratore, una prevalente importanza, e che perciò gli riservano le cure e gli affetti. superiori, donde gli altri valori derivanti dal lavoro, come lo sviluppo sociale e la prosperità economica, traggono spirito e ordine. Consonanza questa che Ci ricorda quale scuola Ella, Signor Presidente, onori della sua testimonianza, e che Ci convince ancora una volta non essere vano in questa rinascente e amatissima terra il nome cristiano.

Salgono spontanei pertanto dal Nostro cuore i sensi della più viva compiacenza, ed i voti d’ogni migliore incremento per il Paese e per il lavoro italiano; sensi e voti con i quali esprimiamo a Lei, Signor Presidente, ai suoi Colleghi e Collaboratori e a tutte le Autorità e Personalità presenti, la Nostra sincera riconoscenza ed il Nostro sempre benedicente saluto.

 



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