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PELLEGRINAGGIO APOSTOLICO IN POLONIA
(16-23 GIUGNO 1983)

DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI GIOVANI DALLA FINESTRA DELL'ARCIVESCOVADO

Cracovia (Polonia) - Martedì, 21 giugno 1983

 

Carissimi miei, voglio dirvi, che durante questi cinque anni ho girato già una parte del mondo e dovunque vado mi incontro con i giovani. In qualche modo parlo a loro in diverse lingue e anche loro mi parlano e si comportano quasi come voi. E così sono molto utili questi nostri incontri, devo dire infatti che l’usanza di questi incontri, dovunque essi si svolgano, in Francia, o in Inghilterra, o in Germania, o in America Centrale, l’ho imparata a Cracovia. Sì, questi incontri li ho imparati a Cracovia, e qualche volta perfino lo dico, qua e là; ma non mi vanto molto, perché forse dopo vorrebbero imitarmi. Ma a voi lo dico, perché a voi bisogna dirlo, dato che in un certo modo questo è il vostro diritto d’autore. L’usanza di questi incontri con i giovani dunque l’ho imparata in Polonia, e soprattutto a Cracovia, nella pastorale della gioventù, nella pastorale universitaria, nelle “oasi”, in diverse occasioni. Mi piaceva molto questa pastorale, mi piacevano molto i giovani e mi piacciono ancora.

Il tempo vola, dopo quattro anni l’università cambia, arrivano nuove generazioni, nuove annualità, ma in un certo senso i giovani rimangono, anche se io parlo ai giovani del 1983, e penso ai giovani del 1973, o perfino del ‘63, ‘78 . . . Beh, comunque quelli erano giovani e questi sono giovani. Ho imparato a capire questi giovani a Cracovia. E per questo voglio ringraziarvi.

Un’altra cosa: i giovani nel mondo si somigliano molto, nonostante le differenze. Per quanto riguarda il comunicare con i giovani, perfino gli ostacoli della lingua non sono così importanti. Naturalmente è difficile parlare agli inglesi in polacco. Ma per quanto riguarda la sostanza, tutta la gioventù si somiglia ed è aperta alle stesse cose, cerca le stesse cose, risponde alle stesse cose, si aspetta le stesse cose, perché ciò è nella natura della gioventù. La gioventù è una dimensione dell’umanità: voi ne siete in possesso, voi studenti e voi che non siete studenti, siete in possesso di questa dimensione dell’umanità, che viene detta gioventù, e forse bisogna dare un contenuto a questa dimensione dell’umanità. Un contenuto di che cosa? Di verità e di amore.

Quindi: la dimensione dell’umanità, della gioventù, e poi la verità, e l’amore. Tutti e tre questi elementi si devono incontrare. Sulla base di questo principio ci incontriamo dovunque, senza badare alla barriera della lingua, alla provenienza, alle canzoni che eseguono: il denominatore è comune.

Non vorrei prolungare ciò che sto dicendo, perché non c’è più tempo per discorsi lunghi. Le lezioni dovrebbero finire al massimo verso le 8. Se non per quanto riguarda gli studenti, almeno per quanto riguarda i professori.

E allora voglio concludere quello che ho detto qui, concludere con un augurio; come ho accennato sabato sera a Jasna Gora, vivo una enorme preoccupazione per i giovani polacchi. Di cosa mi preoccupo? Mi preoccupo proprio di questa dimensione dell’umanità in voi, che viene detta gioventù, perché abbiate questa dimensione dell’umanità, per essere voi stessi. E potete essere voi stessi solo per mezzo della verità e dell’amore. E in questa direzione, in questo spirito ogni giorno prego per la Chiesa in Polonia e per tutti quelli che sono responsabili dei giovani. Prego per tutti, perché sappiano confermare questa dimensione dell’umanità attraverso la verità e l’amore. Questa è l’unica via verso il futuro, verso il rinnovamento. L’unica via. È la via che ci ha indicato Cristo. Si può rinnegare Cristo, si può non conoscerlo, ma la via che lui ci ha indicato è l’unica e anche coloro che non lo conoscono, che lo rinnegano, e anche noi tutti andremo per questa via, la via della verità e dell’amore, perché soltanto lì si forma questa dimensione dell’umanità chiamata gioventù . . . Carissimi miei, per oggi concludo. Vi prego di cantare insieme a me l’Appello di Jasna Gora.  

Dopo il canto e la preghiera il Papa ha aggiunto:

Carissimi miei, domani è un giorno solenne, la beatificazione di due nostri grandi compatrioti, qui a Cracovia: il Servo di Dio Raffaele Kalinowski, e il Servo di Dio Frate Alberto. Vi prego tanto di prepararvi bene a ciò. Anche se siete giovani e la gioventù ha i suoi diritti, vi prego di conservare la serietà e la calma.



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