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DISCORSO DI PAOLO VI AI PARTECIPANTI
AL XXXII CONCORSO IPPICO INTERNAZIONALE


Sabato, 2 maggio 1964

          

Siamo grati al Signor Generale Tommaso Lequio di Assaba, Presidente della Federazione Italiana dello Sport Equestre, di aver condotto a Noi questo gruppo, considerevole per numero e per qualità dei componenti, di partecipanti al XXXII Concorso Ippico Internazionale Ufficiale di Roma.

Ci è dato così rilevare, con grande Nostra soddisfazione, come anche su codesta manifestazione sportiva aleggi il voto, sempre presente dove l’uomo pone a se stesso traguardi di progresso e di perfezione, di esprimere qualche trascendente sentimento spirituale e di ricevere qualche riconoscimento, qualche beneficio, che provenga dalla sfera superiore dei valori morali e religiosi. Questo Ci dice la vostra visita; e mentre, come dicevamo, ciò Ci procura particolare compiacenza, volentieri osserviamo come torni a vostro onore e rilevi la capacità dei vostri spiriti a salire dalla scena attraentissima della vostra gara a quella ultrasensibile e non meno attraente delle cose di Dio.

Superfluo che Noi vi diciamo quanto vorremmo confortare col Nostro incoraggiamento e con la Nostra Benedizione cotesto sforzo di ascensione spirituale. Ci sia anzi consentito, in un’occasione per Noi così rara come quella d’una udienza che Ci procura l’opportunità di avvicinare persone che forse non mai Ci sarebbe altrimenti possibile di conoscere e di accostare, Ci sia consentito di tutti salutarvi, col rispetto dovuto alle vostre persone e con l’osservanza che volentieri tributiamo ai vostri rispettivi Paesi, e Ci sia dato, com’è Nostro ufficio, di tutti esortare con le parole, che in questi giorni la Chiesa metteva sulle nostre labbra in preghiera: «Ut inter mundanas varietates ibi nostra fìxa sint corda, ubi vera sunt gaudia», che cioè tra le cose molteplici ed incostanti di questo mondo i nostri cuori siano polarizzati là dove sono le autentiche gioie (Coll. della IV dom. dopo Pasqua).

Augurando ogni bene, Signori, a voi, alle persone che vi sono care, alle Nazioni che rappresentate, tutti di cuore vi benediciamo.

* * *

Nous voulons ajouter un mot en langue francaise pour saluer également les délégations venues de nombreux pays pour participer au Trente-Deuxième Congrès Hippique International.

Nous remercions tous et chacun d’entre vous de Nous rendre visite; Nous vous saluons avec tout le respect dû à vos personnes et Nous vous chargeons d’exprimer la considération que Nous éprouvons pour vos Patries respectives.

Votre présence en ce lieu est une invitation à vous élever des affaires de ce monde aux préoccupations des choses divines.

Dans cette confiance, Nous accordons de grand cœur à vous-mêmes et aux vôtres une paternelle Bénédiction Apostolique.

   



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