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DISCORSO DI SUA SANTITÀ PIO XII
AI PARTECIPANTI AL CONGRESSO DEI
CONCESSIONARI DELLE LIBRERIE DI STAZIONE*

Giovedì, 2 ottobre 1958

 

Siate benvenuti nella Nostra dimora, Signori partecipanti al « Congresso dei Concessionari delle Librerie di Stazione », indetto dalla « Società Accessori Ferroviari » di Milano, i quali, unitamente con rinomati Editori e Librai italiani ed esteri, avete desiderato di recarCi l'omaggio della vostra filiale devozione e di ascoltare una Nostra parola sulla vostra attività. Chi di questa volesse indicare gli aspetti molteplici col riferimento ad un oggetto concreto, quasi come ad un simbolo, ricorrerebbe facilmente al « chiosco » o alla « edicola », ove si offrono alla vendita le più recenti pubblicazioni. Il chiosco, non soltanto quello delle Stazioni ferroviarie, è ormai un elemento caratteristico delle città grandi e piccole, un contrassegno del nostro tempo, una necessità dell'uomo di oggi, in ogni parte del mondo civile. Considerate per un momento il suo aspetto esteriore: gaio, mutevole, frequentato. Nelle sue piccole dimensioni è sempre una finestra aperta sulla nazione e sul mondo. La sovrabbondanza delle pubblicazioni esposte, strette, ma ordinatamente, in angusto spazio, danno il i senso di un essere che vuole espandersi. Alla vita cittadina il chiosco, che apre i battenti all'alba, dà il primo segnale di risveglio; mentre lo spegnersi delle sue luci multicolori nella tarda sera sembra l'ultimo invito al riposo. Quello invece delle Stazioni segue senza sosta, di notte e di giorno, un moto che non si arresta. E tutta la vita di una nazione è condensata in notizie e in immagini nelle lunghe file delle pubblicazioni esposte : di qua, a portata di mano dei frettolosi viaggiatori, i « quotidiani » ancor umidi d'inchiostro, dalla esistenza effimera di poche ore; di là, i « rotocalchi » ed i periodici dalle copertine variopinte, con immagini chiassose e talora aggressive, destinati ad una lettura più Pacata; da un lato, una scelta di libri ameni dei migliori editori del giorno; dall'altro, le pubblicazioni più note dei paesi esteri. Il chiosco nella ridda dei suoi stampati è lo specchio fedele della realtà quotidiana, il luogo d'incontro dei più diversi pensieri, opinioni, sentimenti della società contemporanea. Poste là, quasi senza padrone, quelle idee sembrano chiedere ospitalità alle menti, talora per nutrirle di utili cognizioni, o per sollevarle dal peso di gravi cure, tal'altra, per assumerne la direzione e il dominio. Errerebbe pertanto chi confondesse le vostre edicole e librerie coi banchi di vendita di merci materiali, poco o nulla connesse coi valori umani e morali. Il servigio, che voi rendete, sfiora e tocca regioni molto elevate. Di qui la importanza della vostra categoria, tanto più rilevante, quanto più vasta è la diffusione delle pubblicazioni, che ha luogo nelle Stazioni ferroviarie, dove quasi ogni viaggiatore è un vostro cliente. Senza dubbio voi rendete pregevoli servigi alla comunità, sia indirettamente, fornendo lavoro ai numerosissimi addetti all'industria editoriale, sia direttamente, procurando con facilità i mezzi di coltura alle folle di viaggiatori, di cui alleviate il tedio di lunghe ore inattive. Ma la importanza maggiore, l'onore della vostra categoria, consiste nell'influsso, che siete in grado di esercitare sulla pubblica moralità mediante le stampe poste in vendita. Ve ne deriva naturalmente una corrispondente responsabilità. Ferma restando quella maggiore, che spetta agli autori ed editori, a voi tocca la cura della scelta delle pubblicazioni da vendere. In questa da persone oneste, quali voi siete, e da cristiani, quali vi professate, non potete farvi guidare soltanto dall'interesse economico immediato, che non ha occhi se non per il lucro. Una società, che, insensibile verso i retti principi intellettuali e morali. si lasciasse reggere soltanto dai vantaggi commerciali, non meriterebbe di essere annoverata tra le civili, tanto meno tra le cristiane. Nella scelta delle pubblicazioni, destinate alla vendita vi guidino dunque le sane massime a voi ben note, anticipando in tal modo con un auto-esame, degno di persone rispettose della verità e della onestà, la vigilanza e l'intervento della pubblica Autorità, cui ogni popolo civile delega il legittimo potere d'impedire gli eccessi dell'attività editoriale. Ove poi voi stessi attendete direttamente alla vendita, tanto più la vostra onorabilità, il vostro senso civico, ma, soprattutto, la carità verso il prossimo, particolarmente giovane, vi farà rifuggire da qualsiasi diffusione clandestina della stampa nociva e corrompitrice dei buoni costumi. Il pretesto che altri lo facciano, sarebbe troppo debole scusa per scagionare chi si rendesse complice di tanto male.

Abbiate dunque in alta stima la vostra categoria ed attività, come Noi stessi vi abbiamo in grande considerazione, fiduciosi nella vostra volontà di bene e nel vivo sentimento di devozione che vi anima verso la Religione e la Patria.

Augurando al vostro Congresso i risultati più felici, per il bene comune e per la vostra prosperità, di tutto cuore vi impartiamo la Nostra Apostolica Benedizione.


*Discorsi e Radiomessaggi di Sua Santità Pio XII, XX,
Ventesimo anno di Pontificato, 2 marzo - 9 ottobre 1958, pp. 407-409
Tipografia Poliglotta Vaticana

   



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