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VIAGGIO APOSTOLICO IN GUATEMALA,
NICARAGUA, EL SALVADOR E VENEZUELA

CERIMONIA DI CONGEDO DAL GUATEMALA

DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II

Aeroporto Internazionale «La Aurora» di Città del Guatemala
Venerdì, 9 febbraio 1996

 

Signor Presidente,
Cari Fratelli nell’Episcopato,
Eccellentissime Autorità,
Carissimi fratelli e sorelle del Guatemala,

1. Dopo la profonda gioia spirituale che questa nuova Visita Pastorale nel vostro amato Paese mi ha dispensato, è giunto il momento di congedarmi da voi per proseguire il mio viaggio verso Paesi dove altri fratelli mi attendono.

In questo momento mi tornano alla memoria tutte le persone che ho potuto incontrare nelle vostre strade e nelle vostre piazze e con le quali ho condiviso intense e indimenticabili esperienze di fede qui a Nueva Guatemala e nella celebrazione solenne dell’Eucaristia con il Santo Cristo de Esquipulas.

2. Quale pellegrino della pace, sono venuto a prostrarmi ai piedi del Cristo Nero e a implorare da Lui la pace definitiva e duratura che sgorga dal fianco aperto del Redentore. Nel lasciarvi il mio messaggio, mi rivolgo a tutti, e in particolare a quanti ricoprono incarichi di maggior responsabilità, esortandovi a promuovere un clima di pacifica convivenza, di solidarietà e di giustizia per tutti i guatemaltechi. Possa il ricordo dei momenti vissuti nella condivisione di una medesima fede contribuire a far germogliare i frutti di autentica vita cristiana e di serio impegno sociale! Parto con la profonda speranza che sarà così.

3. In questi giorni, incontrando diversi gruppi ho potuto constatare, ancora una volta, la ricchezza multietnica e plurilinguistica che il Guatemala racchiude e che lo rende depositario di una cultura varia e ricca, che la Chiesa sta evangelizzando da quasi cinque secoli. È questo un bene degno di essere conservato, lavorando con dedizione affinché ognuno veda rispettati i propri diritti fondamentali inalienabili che ogni uomo possiede in quanto creato a immagine e somiglianza di Dio.

A tutti i figli di questo Paese, abitanti delle città e dei villaggi, agli indigeni, ai contadini e ai ladinos; ai bambini, ai giovani e agli anziani, a tutti dico addio, fiducioso che continuerete a conservare e a promuovere i valori più autentici dell’animo guatemalteco che, pur in mezzo alle difficoltà, sa dimostrare fiducia in Dio e la volontà di mantenersi fedele all’eredità degli avi: alla loro fede cristiana e alla Chiesa, alla cultura e alle tradizioni patrie, alla vocazione per la giustizia e per la libertà.

A tutti voi esprimo il mio più profondo ringraziamento per l’accoglienza che mi avete riservato, e per la collaborazione offerta affinché questa visita fosse un’esperienza indimenticabile. La mia gratitudine si rivolge in primo luogo al Signor Presidente della Repubblica e anche alle altre autorità e ai miei fratelli Vescovi del Guatemala e inoltre a quanti hanno contribuito efficacemente alla preparazione e alla realizzazione dei diversi eventi.

Con il mio affetto, vi lascio anche la certezza del mio ricordo nella preghiera. Che Dio benedica il Guatemala e tutti i suoi figli e figlie!

Molte grazie!

 



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